Salviamo il carattere pubblico del SSR del Lazio




Proposte per salvare il carattere pubblico del SSR del Lazio

Novembre  2012.

Per mantenere in vita il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN) salvaguardandone i valori fondanti, occorre operare una profonda trasformazione degli aspetti strutturali, organizzativi e di sistema che sappia confrontarsi con gli insuccessi e le bugie della politiche sanitarie degli ultimi decenni.

La difesa dell’universalismo e dell’egualitarismo del nostro Servizio Sanitario Nazionale non deve essere un obiettivo di maniera. Mentre quasi tutti (istituzioni, forze politiche, organizzazioni sindacali, forze economiche e commentatori “politicamente corretti”) negli ultimi decenni hanno sempre riconfermato di battersi per difendere i principi di universalismo, egualitarismo e solidarismo del SSN pubblico, il nostro Servizio veniva quotidianamente eroso dalle “politiche praticate” che invece hanno spesso ottenuto gli effetti opposti rispetto a quelli che venivano dichiarati. E’ quindi necessario un rinnovamento della classe dirigente (politica, tecnica e professionale). Aree di inefficienza, parassitismo e speculazione sulla salute dei cittadini spesso sono cresciute in un rapporto di interessi perversi con una politica che ha mostrato in questi anni povertà morale ed inadeguatezza.
Il nostro SSN si può difendere solo a patto di volerlo cambiare profondamente nella sua modalità organizzativa e gestionale.

I principi da cui ripartire sono quelli di LEGALITA’, TRASPARENZA ed EFFICACIA ed è chiamata a renderli concreti una classe dirigente nuova, non solo nei nomi, perché sarebbe inutile sostituire gli attuali rappresentanti istituzionali con altri selezionati e cresciuti nello stesso ambiente di valori e cultura. La selezione non può avvenire sulla base della difesa degli interessi di gruppi di potere, di partito o familiari, ma dando adeguato peso alle esperienze di lavoro, ai percorsi professionali, alle competenze certificate, ai curricula verificati.
Occorre quindi avere il coraggio di cambiare, ribaltando le abitudini consolidate e ponendo al centro pochi principi:
  • legalità reale e non solo formale;
  • efficienza e sburocratizzazione : poche regole semplici ed uguali per tutti, erogatori pubblici e privati, superando le rendite di posizione che impediscono l’arrivo di nuovi investimenti;
  • competenza , meritocrazia e quindi appropriatezza ed efficienza;
  • ripensare al ruolo delle Regioni, riducendo i loro poteri e riattribuendo al Ministero della Sanità un ruolo di governo del SSN.
E’ con questo spirito che elenchiamo alcune proposte di cui discutere e dalle quali partire per SALVARE il SSN.
  • La missione del SSR del Lazio deve essere la garanzia della soddisfazione dei bisogni di salute della popolazione residente. Questo attuando la separazione tra il ruolo di “garanzia” per la salute della popolazione, affidato alle AUSL, da quello di “erogazione/produzione” , affidato a erogatori, pubblici e privati, accreditati con il SSR del Lazio. A tal fine il SSR deve attivare un sistema di accreditamento capace di selezionare gli erogatori in base alla verifica dei requisiti tecnici, di qualità e sicurezza. Deve essere un sistema di controllo sugli accreditati efficace e non contraddittorio che garantisca le prestazioni rilasciate. L’esistenza di tali requisiti presso gli erogatori è la condizione per accedere alle gare da indire da parte delle AUSL;
  • Il SSR deve finanziare le aziende sanitarie in base ai bisogni e alle caratteristiche della popolazione assistita. La AUSL dovranno pagare gli erogatori in base alle prestazioni effettivamente fornite. Gli erogatori parteciperanno a gare pubbliche organizzate dalle AUSL per l’acquisizione delle prestazioni a loro necessarie. Le acquisizioni riguarderanno periodi di almeno 3 anni.
  • La Regione Lazio deve imporre alle Aziende Sanitarie strutture di bilancio con un vincolo di pareggio. Si potranno spendere solo le risorse disponibili. Sempre la Regione dovrà approvare i Bilanci delle Aziende Sanitarie pubbliche in tempi certi e con criteri uniformi, rendendoli disponibili sui siti aziendali;
  • In virtù del nuovo ruolo di committenza affidato alle AUSL sarà possibile ridurre il loro numero, una per Provincia ed una per l’Area Metropolitana. Conseguentemente sarà possibile centralizzare i servizi amministrativi: gestione del personale, contabilità e bilancio, approvvigionamenti, formazione, etc.
  • La Regione, come avviene già in altre Regioni, dovrà prevedere la riorganizzazione degli ospedali non più per branche specialistiche, ma valorizzando il modello per “livelli di complessità assistenziale” con la conseguente razionalizzazione del numero delle UOC e UOSD, eliminando servizi doppioni e garantendo una miglior copertura dei territori delle Provincie.
  • Si deve realizzare una rivoluzione totale del modello assistenziale privilegiando una assistenza basata sui Percorsi di Cura, attività diagnostico-terapeutiche basate sulle migliori evidenze scientifiche finalizzati a garantire prestazioni efficaci ed appropriate, in cui viene individuato un case manager che assista il paziente nell’insieme del percorso che preveda non solo l’indicazione delle attività, ma il dove e quando ottenerle. I contratti di fornitura con gli erogatori riguarderanno principalmente proprio i Percorsi realizzati secondo standard qualitativi decisi dalla Regione
  • E’necessario sviluppare il ruolo delle professioni sanitarie nei processi di cura e assistenziali, affermare la multidisciplinarietà e la multi professionalità nelle equipe. Inoltre è necessario abolire il blocco delle assunzioni dando libertà alle aziende di assumere nei limiti delle risorse del bilancio approvato. Occorre infine affrontare il tema del precariato e del rinnovo generazionale degli operatori sanitari nella Regione. Per quanto riguarda il problema della maggioranza dei posti di Direttore di Struttura complessa, oggi coperti con incarichi a tempo rinnovati da anni, la Regione, a garanzia del miglior funzionamento dei servizi, deve far proprio l’Accordo Stato-Regioni che prevede l’effettuazione dei concorsi entro 12 mesi, valutando se necessario l’applicazione differita degli aspetti economici sulla base delle risorse disponibili.
  • E’ necessario razionalizzare la rete dei servizi diagnostici oggi eccessivamente frammentata, favorendo processi di aggregazione e di semplificazione di tutti gli accreditati, pubblici e privati.
  • Al fine di ottimizzare le politiche di acquisti di beni e servizi si ritiene utile e necessario istituire un Osservatorio regionale dei prezzi delle attrezzature, delle tecnologie sanitarie, per servizi e presidi medicali . Il SSR deve poter acquistare alle condizioni di maggior vantaggio, allineando al ribasso la struttura dei costi per forniture di beni e servizi in tutta la Regione, garantendo il pagamento delle prestazioni entro i 30 giorni previsti della legge.

Nessun commento:

Posta un commento

Commenta